calpestando il deviato come abitudine perenne tiranno in una piramide di dogmi il cui vertice sta nel credere in niente pugni in faccia all'assillo dei ricordi gli anni andati a studiarsi il contesto idealizzare i disagi di altri alla fine è poi solo un pretesto per guadagnarsi l'isolamento... una macchia che prende forma e poi evapora, o solo ruggine da vecchi cavi nel cemento, la tua noia non supererà mai le inferriate in ginocchio, remissivo al più sterile nasci-subisci-muori sorrido a chi è forzato all'attesa io stabile nella rotonda di sempre domino sulla precedenza instancabile nel girarci dentro credo in niente per anticipare chi è niente plagio il niente per scavalcare chi è niente perché niente ripara dai riflessi sei rassegnato a comunicarmi solo a sguardi di striscio stipato in un'anticamera virale dove gli anni ti calpestano a vista fantasma del giocatore in panchina la tua vita è pellicola smagnetizzata dal classico: nasci-subisci-muori