Stesi nell'erba tra i fiori di campo Persi a narraci future fortune coi sensi colmi di voglia di vita In tasca solo speranza infinita E una fiducia infinita nel seno Quando avevamo cent'anni di meno Quando una donna era fatta di nebbia e dalle labbra stillava rugiada Da quella bocca spandeva all'intorno Inni alla nascita nuova del giorno E i suoi capelli odoravan di fieno Quando avevamo cent'anni di meno Mille cannoni perduti da un bacio Noi credevamo alla pace nel mondo Bastava un dolce sorriso, uno sguardo Tutti abbracciati in un bel girotondo Anche al diluvio davamo il suo freno Quando avevamo cent'anni di meno Oltre i confini di un chiaro orizzonte nascevan solo mattini di pace La fame, il freddo, la tetra miseria o il malgoverno di qualche incapace Tutto sfumava in un cielo sereno quando avevamo cent'anni di meno Luce accecante ci entrava negli occhi e dipingeva di rosa il cammino Gli sfruttatori, gli schiavi del vizio o i giustizieri di un vecchio ronzino Li lasciavamo fuori dal treno Quando avevamo cent'anni di meno Sopra alle sponde di un lago di pane noi portavamo l'intero creato Poi cantavamo canzoni all'amore Nudi tra gli alberi ai bordi di un prato, paghi d'amore col cuore ripieno Quando avevamo cent'anni di meno Sotto alle stelle in un bar dentro casa senza deciderci ad andare a dormire Noi volavamo su Marte o la Luna felici solo di starci a sentire E credevamo a un domani sereno Quando avevamo cent'anni di meno.