Triste poeta di corte che sognavi cantare e parlare ai pastori. Che amavi rincorrere i venti e tornare sfinito al tuo antico castello. I tuoi occhi sofferti parlavano ai fantasmi del mattino e tu mi hai raccolto che piangevo tra i rifiuti di una strada tra giovani delusi, tra vecchi abbandonati Vecchie maghe ubriache barcollavano coi visi dipinti ed io ho ascoltato il tuo passo leggero il tuo volto sereno e il tuo canto e ho fatto mio il tuo corpo ed ora sono te.